mercoledì 20 giugno 2012

CONTRO L'ATTACCO AL DIRITTO ALLO STUDIO, STUDENTI DI LINGUE IN LOTTA!

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO UN RESOCONTO DA ALCUNI STUDENTI DI LINGUE DELLA FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA DI PALERMO CHE DA QUALCHE MESE STANNO LOTTANDO AUTORGANIZZANDOSI AL DI FUORI DI LOGICHE ISTITUZIONALI E RIFORMISTE. IL NOSTRO PIENO APPOGGIO A QUESTA LOTTA!


Nella facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Palermo un gruppo di studenti e studentesse del corso di Lingue hanno formato un gruppo, sotto la sigla di "LLM e Mediazione Linguistica in LOTTA", il cui scopo era quello di cominciare e portare avanti nei prossimi mesi un percorso di lotta che potesse riunire tutti gli studenti di lingue in primis e secondariamente gli studenti di altri corsi.
Il gruppo è nato sotto la spontanea volontà di alcune matricole, volontà dettata dalla necessità di un cambiamento radicale nella struttura organizzativa e nelle fondamenta del corso di laurea.

Dopo un paio di volantinaggi portati avanti da alcuni studenti, si è arrivati a una prima assemblea tenutasi nel mese di maggio; unica pecca è stata la difficoltà nel radunare un numero discreto non prima del mese di maggio, appunto, ma essendo studenti di primo anno è stato un lavoro di volantinaggio con doppio scopo: quello di conoscersi a vicenda e quello di attuare poi un momento assembleare.
Nell'assemblea di maggio gli argomenti trattati sono stati i vari disservizi e disagi che gli studenti sono costretti a subire.
I disagi più rilevanti che sono stati discussi sono stati:
- Il ritardo nell'avvio delle lezioni del primo e del secondo anno del corso: gli studenti non hanno potuto frequentare la maggioranza delle lezioni se non prima del secondo semestre, partito a marzo-aprile;
- Successiva coincidenza di moltissime lezioni durante il secondo semestre: ciò ha provocato una conseguente scelta vincolata, da parte nostra, delle lingue che non subivano accavallamenti di orario, non concedendo assolutamente la libertà di scelta delle cosiddette materie a scelta;
- Insufficienza della didattica causata dall'inesistenza, per alcune lingue straniere, dei lettori madrelingua, ossia soggetti con il ruolo di ampliare importanti campi linguistici che sono oggetto di esame, omettendo dalla didattica una parte fondamentale della preparazione di una lingua, quale effettivamente è il contatto con il docente madrelingua.
Questi tre punti hanno avuto molta rilevanza durante l'anno accademico: la scelta vincolata delle lingue, innanzitutto, ha recato un malcontento generale tra gli studenti che, ad esempio, avrebbero desiderato combinare  in maniera ponderata due lingue correlate fra loro (ad esempio, francese ed arabo); secondariamente il ritardo nell'avvio delle lezioni ha comportato una mole di esami inaccettabile da sostenere tra giugno e settembre, con un conseguente alto numero di studenti che sarà costretto a rinviare all'anno prossimo alcuni esami.
La decisione, quindi, presa al termine dell'assemblea di maggio è stata quella di stilare a nome del neonato gruppo una lettera di contestazione che avesse contenuto i vari problemi discussi e altri che, dopo una accurata "inchiesta" tra gli studenti, fossero fuoriusciti man mano; la lettera è stata poi sottoscritta da più della metà degli studenti del primo anno del corso di lingue.
Un ulteriore passo, successivo alla diffusione della lettera e alla propaganda del gruppo di lotta, è stato quello di presentarsi al Consiglio di Facoltà con lo scopo di prenderci il diritto di parola e denunciare a voce alta quanto scritto sulla lettera dopo averla inviata a più soggetti istituzionali possibili.  Ci contiamo a sottolineare un fatto importante successo pochi minuti prima dell'inizio del Consiglio:  a primo acchito, la Presidente di Corso è stata molto accesa; indisponente, questa si è subito lamentata delle modalità con cui noi avessimo denunciato i vari disservizi: è stato palese il suo disappunto nel constatare che delle matricole avessero “saltato delle tappe burocratiche” (cit.) essendosi subito recati al consiglio in questione senza esser passati prima dai fantomatici rappresentanti di corso. Se all'inizio della discussione la Presidente era stata indisponente, al termine della chiacchierata il registro è mutato decisamente... fino ad ottenere un invito informale per il successivo Consiglio di Corso, durante il quale gli studenti avrebbero ribadito davanti a tutti i professori tutti i punti della lettera,  ammettendo (testuali parole) di essere contenta nel vedere delle matricole interessate a cambiare ciò che non va, mettendosi in prima fila e non lasciando che il tutto rimanga per com'è !

Ultima tappa raggiunta ad oggi è stata la partecipazione al consiglio di corso che ci ha dato la possibilità di ricevere risposte chiare e concrete su tutti i punti; la Presidentessa ha espresso l'assoluta garanzia che i disagi avutisi quest'anno non saranno più presenti l'anno venturo.
Queste parole, ovviamente, non verranno dimenticate...

Da notare l'assenza dei rappresentanti degli studenti in carica nonché dei "candidati" che in questi giorni chiedono il voto promettendo di interessarsi dei problemi del corso di laurea. Questo spiega perché è inutile votare un rappresentante piuttosto che un altro: nessuno di loro ha realmente l'interesse di lottare e che solo gli studenti autorganizzati possono cambiare le cose.
Perché votare, se poi gli unici a rappresentare gli studenti siamo stati noi stessi?
In qualità di studenti, abbiamo avuto più interesse, più determinazione e più successo noi, che questi fantomatici individui che avrebbero dovuto bloccare certi disagi sin dalla loro nascita, prima che venisse attuata una organizzazione di corso simile.
Ogni anno, e in particolare in questo periodo di crisi, gli studenti pagano delle somme sempre maggiori a titolo di tasse universitarie in cambio di un servizio sempre più carente. Non abbiamo intenzione di diventare la prossima generazione di “studenti ventottenni sfigati”, come ci ha appellato un vice ministro del Governo!
Per questo l'unica arma, anche dentro l'università, è la lotta: solo questa può permettere di raggiungere risultati. Grazie alla nostra pressione chi organizza il nostro corso non ha potuto fare a meno di mettere all'ordine del giorno i nostri disagi e per un paio di essi impegnarsi formalmente perché non si ripresentino a partire dall'anno prossimo. E non è cosa da poco!
Ovviamente sappiamo che le promesse non sempre vengono mantenute: per questo non daremo spazio alle illusioni e vigileremo attivamente sugli organi accademici competenti continuando a lottare, l'università è la nostra e deve essere forgiata sui nostri bisogni ed è bene alzare la voce contro chi non ci ascolta!


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