sabato 3 marzo 2012

Monti, TAV, democrazia e sviluppo.


Il governo di dittatura tecnica Monti-Napolitano negli ultimi giorni ha intensificato gli attacchi contro il movimento NoTav in Val Susa supportato come sempre dall’apparato mediatico  menzognero di telegiornali e stampa.
Tutto ciò avviene dopo l’imponente manifestazione dello scorso 25 Febbraio in cui oltre 75 mila persone hanno sfilato in valle ribadendo ancora una volta il loro secco no a quest’opera inutile.

La risposta del governo non eletto è stata infatti quella dare il via anzitempo agli espropri delle terre appartenenti ai valligiani per allargare il “cantiere” (leggi fortino militare), in questa occasione come sappiamo il compagno Luca a causa di un poliziotto che lo ha inseguito fin sopra un traliccio dell’alta tensione nonostante egli avesse intimato di lasciarlo stare, è rimasto folgorato cadendo da un’ altezza di oltre 15 metri. Anche in questo caso il linciaggio mediatico non si è fatto attendere e gli infami pennivendoli de “Il giornale” e “Libero” si sono lasciati andare con insulti e sproloqui verso il militante che coraggiosamente facendo parte di un gruppo di 15 persone accerchiato da centinaia di forze del disordine ha coerentemente messo in atto un’azione di lotta volta ad impedire l’azione illeggittima.

Il governo ieri durante una conferenza stampa, per bocca del primo ministro Monti ha confermato la volontà di “andare avanti” in quanto è un’opera necessaria per non “rimanere fuori dall’europa”, utile per il progresso e per il futuro dei giovani. Il primo ministro aggiunge anche, e qui sta l’essenza moderno fascista di questo governo, che le comunità locali sono state già ampiamente sentite e dopo accurate verifica e “modifiche” del progetto l’impatto ambientale dello stesso è sostenibile, come dire: la farsa di consultarvi già è stata fatta adesso  si va avanti.
Nella sostanza è stato ribadito ciò che i governi e politici vari dicono da vent’anni come ha sintetizzato bene nella conferenza stampa di ieri il leader Perino: "Nel 2005, a Venaus, c'era Berlusconi, voleva fare la Tav. Poi è arrivato Prodi, voleva fare la Tav anche lui. Poi è tornato Berlusconi e poi è arrivato Monti. Noi siamo ancora qui e il cantiere non è partito”.

Dopo le grandi mobilitazioni degli ultimi tempi, dopo la riconferma nelle pratiche dei valligiani a voler “bloccare tutto”, non solo la valle, nella sola giornata di giovedì 1 Marzo, all’indomani delle vetrine rotte, auto bruciate e donne con braccia e gambe spezzate (non da fantomatici black block ma dalle forze dell’ordine o chi per loro), in oltre 70 città vi sono stati blocchi di solidali su autostrade e stazioni e altre azioni dimostrative, anche oltre confine e arrivata la solidarietà dai paesi baschi all’ucraina fino all’Ungheria e si estende ogni giorno che passa (oggi anche in Irlanda ad esempio).

All’arroganza e volontà di imporre il pugno di ferro di Monti si aggiungono in coro le “pecorelle” belanti dei principali partiti che lo sostengono, pd e pdl.

Il pdl per bocca dei suoi portavoce ripete a vanvera la solita solfa, più interessanti invece le argomentazioni del segretario del pd Bersani (fresco di contestazione a palermo) ricoperte da un’aura di moralità: “ha deciso il parlamento e l’europa”, si tratta di rispettare la “democrazia” secondo lui.

La finta democrazia di palazzi sfiduciati dalle masse che sempre più non partecipano alla farsa elettorale, in quei palazzi dove questo governo illegittimo non eletto da nessuno ha preso vita in seguito ad un vero e proprio golpe presidenziale che ha nominato Monti il giorno prima senatore a vita e il giorno dopo lo ha chiamato a formare il governo.

La finta opposizione legata a Di Pietro e Vendola maschera le sue posizioni invocando populisticamente la sospensione dei lavori, salvo unirsi al coro dei Bersani e Cicchitto circa il pericolo infiltrati ed eversione. Argomentazione smentita in più occasione da qualsiasi valsusino intervistato: dalla mamma che partecipa ai cortei, agli amministratori no tav, fino al leader del movimento Perino.

La vera democrazia, in antitesi con la falsa democrazia borghese, risiede nella capacità aggregativa e decisionale delle assemblee popolari dove dall’anarchico al cattolico si decide quali forme di lotta attuare, come gestire i campeggi, come organizzare qualsiasi tipo di attività, tutto questo mentre si è sotto una vera e propria occupazione militare che come tale attacca continuamente, provoca i militanti più conosciuti, può arrivare ad uccidere come si è rischiato con Luca Abbà per fortuna dichiarato adesso fuori pericolo di vita.

Una democrazia reale che fa paura al governo tecnico (dittatoriale) in particolare ai suoi componenti che più di tutti per la loro storia professionale di democrazia se ne intendono come ad esempio l’ex prefetto di Parma adesso ministro dell’interno Cancellieri, si dice preoccupata per il dilagare di blocchi e manifestazioni su tutta la penisola, si penserebbe all’utilizzo delle misure prese da Maroni per quanto riguarda gli stadi, quindi in democrazia i manifestanti verrebbero equiparati agli ultras colpiti dal daspo.

Tutta questa gentaglia che da decenni a vari livelli governa il paese gettando la maggioranza dei suoi abitanti in una crescente miseria, alla retorica della “democrazia” aggiunge quella dello “sviluppo” presentando i valligiani e chiunque si oppone alle grandi opere come dei trogloditi anti-progresso.  Ma quale progresso? Quello che predilige un’opera osteggiata dalla maggioranza degli ipotetici “beneficiari” e taglia linee ferroviarie ad alta percorrenza, o che da decenni non riesce ad ultimare la salerno-reggio calabria?
È progresso o piuttosto barbarie che nel 2012 in un paese del G8 come l’italia si muoia per mala sanità o per il crollo di un tetto a scuola o ancora per qualche giorno di maltempo vi siano frane e allagamenti dovuti unicamente all’assenza totale di prevenzione del dissesto idrogeologico?

Queste forti ragioni stanno alla base della determinazione del movimento No Tav nel non cedere di un millimetro neanche di fronte all’apparato militare dello stato bensì di estendersi e travalicare i suoi originari “confini”. Questa battaglia esemplare contiene in se insegnamenti e pratiche di valenza generale, per questo lo stato vuole schiacciarne le ragioni e per lo stesso motivo è necessario che nel paese nascano 10-100-100 “no-tav”.

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