venerdì 10 febbraio 2012

CONTRO L'ABOLIZIONE DEL VALORE LEGALE AL TITOLO DI STUDIO

Nel campo dell'istruzione il nuovo governo Monti si sta attrezzando per attuare un nuovo provvedimento a “completamento” della riforma Gelmini, quella dell'abolizione del valore legale delle lauree e il diverso accreditamento dei singoli atenei.

In sostanza, una volta varato il provvedimento, qualsiasi tipo di laurea sarà sufficiente per partecipare a un concorso pubblico, perché il voto finale non concorrerebbe alla formazione del punteggio, dando così più rilevanza alla prova d'esame. Per quanto concerne il diverso accreditamento degli atenei dal nord al sud del paese, il compito di rilasciare il cosiddetto "bollino" di qualità è affidato all'Agenzia di valutazione del sistema universitario e ricerca (Anvur), che metterà sotto esame l'efficienza e l'efficacia della ricerca e della didattica, per stimolare le università alla concorrenza. Verrà tenuto conto delle risorse fisiche dell'ateneo, risorse organizzative (docenti di ruolo ecc) e inoltre verrà periodicamente aggiornato l'accreditamento, ateneo per ateneo.

Le ragioni di questo provvedimento, secondo la Lega Nord, sono quelle di eliminare la "falsa concorrenza" agli atenei del nord da parte di quelli del sud, quest'ultimi trasformati in "laureifici"; Brunetta ha espresso invece che questo servirebbe per "ottimizzare la gestione delle risorse".
Secondo i sostenitori in ogni caso ciò porterebbe ad un processo meritocratico nella ricerca di impiegati, in quanto il candidato dovrà mostrare le sue "reali capacità", perché il famoso "110 e lode" non è utile se a concederlo è un'università "scarsa"!

Cosa vorrà significare il diverso apprezzamento dei singoli atenei, se non una disparità di trattamento e di possibilità per i laureati, che non troveranno più lavoro?
Questa è evidentemente una manovra che mira ad allontanare le masse dall'istruzione; dietro la pagliacciata della "meritocrazia" si cela tutt'altro, dato che con questa riforma sarà più facile introdurre in posti e in incarichi politici qualsiasi persona tramite raccomandazioni e spintarelle, amici e parenti che probabilmente non hanno neanche una laurea...
Come volevasi dimostrare, la meritocrazia è il termine con il quale vengono coperti demerito e affari loschi dei borghesi che ci governano.
Si attua così un processo mediante il quale gli atenei considerati di serie B non avranno più accesso ai finanziamenti ministeriali, il che si traduce in un ulteriore degrado.
E' una manovra che costringerebbe alla disoccupazione più di una generazione: i neolaureati delle università di "serie B", che saranno condannati a lavori sempre di "serie B", e i giovani che non avranno più la possibilità di andare a studiare fuori sede o comunque negli atenei "virtuosi" causa tasse universitarie improponibili; fenomeno assai studiato quello dell'"esodo" dei diplomati del Sud verso il Centro-Nord, di cui se ne contano circa uno ogni 5 diplomati meridionali. L'abbandono delle regioni del Mezzogiorno è causato da motivi di studio e/o per la ricerca di lavoro, essenziale per poter sopravvivere al carovita e all'aumento costante delle tasse universitarie. Con questa manovra, i giovani saranno costretti a rimanere a casa propria, togliendosi ovviamente l'idea di studiare nella propria città (a che pro studiare in un ateneo "scarso" secondo le classifiche istituzionali, svuotando le proprie tasche per un titolo inutile?)
Ancora più svantaggiati gli studenti del meridione, visto e considerato che le università del sud sarebbero tacciate di "regalare" lauree a studenti senza competenze.

Fa parte dell'attacco del governo Monti, che sta puntando direttamente al lavoratore, alla lavoratrice, agli studenti e alle masse in generale: l'attacco all'articolo 18, il quale a detta di Monti è pernicioso per lo sviluppo, la distruzione dell'università e del diritto all'istruzione, attacca i soggetti che, sfruttandoli, fanno gonfiare le tasche dei capitalisti e, considerando questo piano per l'università, sarà possibile definire sin da subito chi deve far parte della classe degli oppressi, dei disoccupati e dei precarizzati a vita, e chi della classe degli oppressori.
La Fondazione Agnelli dà la colpa alla mancata valutazione e controllo degli anni passati per giustificare l'inefficienza e la scarsa qualità didattica; secondo loro "tutti gli atenei continuano a offrire insegnamenti un po' su tutto"; propone delle idee per l'innalzamento del livello culturale del paese italiano, come una differenziazione più netta del sistema universitario tramite nuove "etichette" (formazione di base triennale, formazioni professionalizzanti, formazione magistrale dottorale) con conseguenti preferenze circa l'erogazione del fondo pubblico (il ministro Profumo parla di "occhi di riguardo" riservati alle "smart cities", città ecosostenibili ed intelligenti)...
In un momento in cui la disoccupazione è ai livelli record e continua ad aumentare tra i giovani, come aumentano i casi di cassa integrazione, questa è la risposta del governo. Di certo non è così che i cittadini possono rialzarsi.
L'unico modo per rinnalzare il livello dell'università italiana è quello di investire sull'istruzione; irrobustire e ampliare i corsi di studi con laboratori, seminari; non permettere più che i corsi siano a "rischio" perché le cattedre sono vuote; riorganizzare il sistema universitario in toto e, soprattutto, creare un'istruzione pubblica che sia davvero tale e accessibile a tutti: l'80% delle spese della scuola pubblica sono a carico delle famiglie, dice un'inchiesta condotta da La Repubblica. Ma non è lo scopo dei borghesi... lo scopo è quello di non dare voce in capitolo alle classi proletarie, spezzare le ali ai giovani, di reprimere estirpando alla radice ogni possibilità sviluppare una coscienza politica, portando avanti un modello moderno fascista in tutti gli ambiti.
Fa sorridere che lo stesso Monti riconosca che "non è una cosa frequente che i cittadini accettino dei sacrifici così considerevoli in tempi tanto brevi", la sua frase dice tutto! Il governo e le banche stanno oggettivamente mettendo alla prova il grado do sopportazione di lavoratori r masse popolari, spremendolo fin quando ce n'è.

E' necessario che gli studenti e i giovani scendano in piazza nuovamente per rilanciare una lotta che sia radicale, in tutte le città e in tutti gli atenei, battersi per un diritto sancito anche nella loro così sventolata costituzione, lottare contro chi ci vuole come pupazzi che assimilano passivamente ogni riforma forgiata per i loro bisogni.
Non servono più i cortei-sfilate, servono occupazioni, servono altri “14 Dicembre” e altri "15 Ottobre" nel quale i giovani hanno dimostrato la loro forza contro i servi in divisa; serve la vera ribellione contro chi vuole addossarci la propria crisi e vuole bloccare il nostro futuro.
Il moderno fascismo avanza con riforme e repressione, gli studenti in quelle occasioni hanno dato una risposta concreta: la vera violenza è la loro!

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