venerdì 25 marzo 2011

"Zona rossa”, assessori comunali e camerati da Roma e Catania per la presentazione del libro di Casapound…






...Tutti assediati come topi in trappola dagli antifascisti!

Dopo quasi due settimane dall’inizio della campagna di boicottaggio verso Mondadori Multicenter di Palermo, colpevole di apologia di fascismo per ospitare nei suoi locali la presentazione del libro su Casapound di Domenico Di Tullio (anch’egli militante di Casapound), la città di Palermo ha dimostrato ancora una volta di non tollerare i fascisti e l’imposizione di illegittime “zone rosse” per difendere un manipolo di squadristi.
Mercoledì 23 Marzo nonostante la militarizzazione del centro città con 9 camionette tra polizia, carabinieri e guardia di finanza nonché un elicottero, il vero movimento antifascista, formato dai lavoratori e dalle lavoratrici e dagli studenti che hanno animato l’autunno, è sceso in piazza compatto e determinato. Chi vuole legittimare la feccia neofascista e contemporaneamente infangare l’eroica resistenza partigiana del nostro popolo ha visto con i suoi occhi che prima deve fare i conti con chi ancora quella memoria non l’ha perduta e la mette in pratica quotidianamente.
Non sono bastate le cariche, anche con le camionette e le decine di lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo per intimidire i manifestanti che invece hanno anche ricevuto la solidarietà da diversi passanti e negozianti che hanno rifornito i giovani antifascisti di acqua e limoni per combattere l’effetto dei lacrimogeni.

E le famose falangi nere che annunciano di schierarsi davanti la Mondadori fin dall’11 febbraio,
quando in quell’occasione il movimento antifascista aveva sventato la presentazione di tale libro facendo di fatto annullare l’evento?

Scrive la giornalista Giusi Spica in un articolo di Repubblica del 24 Marzo:
“Di fronte alle prime cariche della polizia contro gli autonomi che tentavano di penetrare nell’area blindata, i più giovani (fascisti n.d.r.) cominciano a innervosirsi. I poliziotti li invitano alla calma (che bravi padri di famiglia! n.d.r.) e li chiudono dentro i confini, […] tra gli attivisti di destra c’è una tensione palpabile. Parlano poco. Drizzano le antenne per capire quello che succede oltre il muro dei blindati.”



Stavolta Scappapound non è scappata… perché protetta da 80 sbirri in divisa senza contare quelli in borghese, a cui si sono aggiunti i “valorosi” camerati da Roma e da Catania, i fascisti di Giovane Italia (giovani del PDL) ovvero i figliocci diretti di Berlusconi e futuri deputati e assessori, nonché il partito La Destra di Storace. La “ciliegina sulla torta” è rappresentata anche dalla presenza degli assessori Giampiero Cannella e Raoul Russo che evidentemente non hanno di meglio da fare.
Tutto questo concentrato maleodorante di doppi petti e fascistelli armati di caschi e cinture chiamati in aiuto per difendere i loro amichetti e figliocci che se lasciati soli corrono subito a piagnucolare in questura…




Al di là della fraseologia ed estetica ribelle di Scappapound è evidente ancora una volta il loro ruolo di burattini manovrati direttamente dal PDL di Berlusconi che mette loro a disposizione strutture e risorse, come la Mondadori di sua proprietà, e tutti i mezzi necessari per agire a difesa del governo e dei padroni.
Lo stesso governo che attacca quotidianamente i diritti dei lavoratori, dei giovani e degli studenti e delle masse popolari in generale. Un governo che ha intrapreso l’ennesima “guerra umanitaria” leggi guerra di aggressione per sfruttare le risorse naturali libiche.





Dall’altro lato della barricata invece l’immagine è opposta: giovani ribelli che lottano contro le ingiustizie, difesi dalla solidarietà che intercorre tra di loro e armati di ideali di cambiamento contro il vecchio marciume blindato tra Via Mariano Stabile e Via Cavour. Da questo lato non c’è paura e non c’è tensione, ma la convinzione di lottare per un mondo migliore così come fecero i nostri nonni ed eroi partigiani che invece la feccia nera di Scappapound chiama “infami”.
Con questa determinazione, gli antifascisti, i giovani e le giovani studentesse, i lavoratori e le lavoratrici hanno resistito per più di un’ora alla macchina repressiva della questura.
Altro che opposti estremisti! Semmai rappresentanti di interessi diversi: da un lato il vecchio, destinato a finire nella “pattumiera della storia”, dall’altro il nuovo.
Mercoledì 23 è stato dimostrato ancora una volta che i fascisti in questa città non hanno un tessuto sociale che li sorregge e che la loro agibilità “politica” è garantita solo dalle forze dell’ordine che li difendono illegalmente e violando la stessa costituzione su cui hanno giurato.
Senza tutta questa protezione gentilmente concessagli i cari camerati sarebbero stati spazzati via in un batter di ciglio e rispediti nelle fogne da cui provengono.

2 commenti:

  1. Dimenticate che la in mezzo oltre agli assessori Giampiero Cannella e Raoul Russo, c'era pure Salvino Caputo deputato del Pdl nonchè avvocatuccio della mafia......

    RispondiElimina