Scrivi Giannini ma leggi Gelmini: come rottamare la scuola e l'università pubblica...
E’
da dire: abbiamo tutti un po’ rabbrividito (e sorriso) quando abbiamo
sentito il nome del nuovo ministro dell’ istruzione. L’assonanza con la
arci-famosa Gelmini, ministro dell’istruzione che ha dato la luce alla
triste ed omonima riforma a cui studenti e docenti hanno risposto con un
movimento di decine di migliaia di persone (forse il sorriso viene da
questo?), è incredibile...
Rimane,
però, un’assonanza. La Giannini, infatti, come il suo predecessore
Maria Chiara Carrozza, a differenza di Maria Stella, rientra nella
categoria dei ministri “per bene” e “colti”, non si è certamente fatta
l’esame d’iscrizione all’albo degli avvocati in un’altra Regione! Un
personaggio in perfetta linea e coerente con l’immagine che cerca di
dare il PD (ma anche gli altri partiti che non siano il PDL) dei
politici italiani: la Giannini, infatti, ancora più che dal PD proviene
dalla schiera dei montiani, indissolubilmente legati ad un’immagine
austera (e non vuole essere una battuta) e riservata in opposizione ai
fasti e alla trivialità di Berlusconi.
Ritornando al neo-ministro, però, le differenze con il passato sembrano essere terminate. Da un’intervista rilasciata all’Huffington Post questa voglia di “rottamare” inizia e finisce in uno slogan populista e di mera propaganda elettorale.
Stefania ci sembra essere molto più subdola degli altri, in verità ,
mascherando in maniera quasi perfetta gli stessi provvedimenti del
passato- sarà che la ministra non conosce la differenza tra rottamare e
travisare!
Si legge dall’intervista che si vuole
raggiungere la percentuale europea di laureati (40% della popolazione)
attraverso “il potenziamento del diritto allo studio”, “la restituzione
di un valore reale al titolo di studio” e una “maggiore integrazione
tra la comunità dei docenti e degli studenti”. Tante belle cose, ad una
lettura superficiale. Se si vede cosa intende il ministro per questi
tre punti ci si accorge che tanto belle non sono:
il diritto allo studio sarà potenziato attraverso i prestiti d’onore
che potrai poi restituire in comode rate (come se non ne avessimo già
abbastanza) appena ti trovi un lavoro (ma non disperate, uno qualsiasi),
il valore reale al titolo di
studio sarà restituita con dei semplicissimi e incomprensibili criteri
di valutazione della didattica e della ricerca - che rispondono
all'unico imperativo della produttività - e, infine, la sinergia tra
docenti e studenti deve essere implementata visto che chi torna
dall’Erasmus si rende conto che questa cosa in Italia manca (oltre alle
aule, aule studio, mense, alloggi studenteschi, biblioteche, borse di
studio, aule informatiche, laboratori…).
Ma tranquilli, non è finita qui! I
finanziamenti saranno ovviamente distribuiti in base alla premialità e
alla valutazione degli atenei: in tempo di crisi bisogna tagliare la
spesa pubblica e soprattutto “spendere meno e spendere meglio” e se ci
sono differenze territoriali, atenei virtuosi e non virtuosi chissene!
E’ il libero mercato e la competizione, baby: poi chi vi può accedere è
un mistero da risolvere, ma se non sei ricco puoi dormire tranquillo,
c’è sempre il prestito da restituire in comode rate…
Con questo quadro le previsioni sono
difficili, ma forse anche un po’ inutili: c’è sempre la stessa solfa
che da anni si ripete ma che è giusto smascherare soprattutto con chi si
presenta come vicino ai giovani e come un “rivoluzionario” della
politica italiana.
La stessa solfa, però, la ripetiamo anche noi che da anni rispondiamo agli attacchi all’istruzione che vengano da montiani, renziani, berlusconiani, giovani vecchi e a pallini! Non saremo da meno con il nuovo governo!
La stessa solfa, però, la ripetiamo anche noi che da anni rispondiamo agli attacchi all’istruzione che vengano da montiani, renziani, berlusconiani, giovani vecchi e a pallini! Non saremo da meno con il nuovo governo!