Il 4 maggio scorso a Firenze un’ imponente operazione di polizia che ha visto protagonisti Digos Ucigos e AISI ha portato a 5 arresti domiciliari e 17 obblighi di firma e a 78 indagati in tutto, tutti compagni protagonisti del movimento studentesco anti-gelmini. La grande stampa invece ha parlato di una grande operazione antisovversiva contro un’organizzazione anarchica, presentando i compagni come gente che agisce quasi nella clandestinità.
Le accuse sono gravissime: si parla anche di associazione a delinquere. Infatti come spesso accade quando vengono fatte queste retate, si costruiscono ad arte montature giudiziarie; in questo caso si dice che tutti questi studenti farebbero parte di un organizzazione anarchica sovversiva e terrorista, cercando di far passare l’equazione lotta radicale = delinquenza.
Due giorni dopo a Genova durante lo sciopero generale del 6 maggio indetto dalla CGIL gli studenti decidono di fare un corteo alternativo che riprenda le pratiche radicali dello scorso autunno, ovvero di cortei non autorizzati e diametralmente opposti al modello sfilata come quello in corso in città della CGIL, si sceglie ancora una volta la strada della lotta e dei blocchi stradali e non della conciliazione con i sindacati venduti.
Giunti alla stazione ferroviaria per bloccare simbolicamente i binari parte il pestaggio selvaggio delle forze del (dis)ordine, la maggior parte dei manifestanti sono studenti medi minorenni che vengono picchiati dai servi in divisa armati di manganelli e scudi. Dopo un’aggressione a freddo di questa portata gli studenti giustamente si difendono e parte una sassaiola contro i servi in divisa.
Anche qui ritorna lo spauracchio degli anarchici nelle dichiarazioni dello sbirro portavoce del sindacato di polizia affiliato alla CGIL che, facendo un vero e proprio stravolgimento dei fatti, accusa gli studenti di aver attaccato e ferito (poverini!) le forze dell’ordine e aggiunge che agli “anarchici” non deve essere permesso di manifestare. È chiaro l’obiettivo: impedire in maniera preventiva il dissenso a chi lo esercita coerentemente al di fuori degli schemi imposti.
Proprio in quest’ultimo episodio non si può, anche istintivamente, non fare un salto indietro di 10 anni e pensare alle giornate di Genova 2001 dove un enorme movimento di massa eterogeneo e dalle mille anime era sceso in piazza per contestare il summit degli 8 paesi imperialisti che ogni anno si incontrano per coordinare le loro politiche di sfruttamento e spartirsi la torta delle risorse economiche. Decine di migliaia di persone vennero aggredite brutalmente dalla repressione organizzata dal governo italiano ma l’aspetto più importante è che molte migliaia di giovani risposero colpo su colpo respingendo la pratica fallimentare del pacifismo, una nuova generazione di ribelli è nata proprio in quelle giornate.
Da quei giorni dobbiamo ripartire, quando la borghesia imperialista italiana ha fatto un salto di qualità nell’utilizzo sistematico della repressione per mezzo dello stato di polizia permanente.
Dopo Genova con l’inasprirsi dell’attacco ai diritti dei lavoratori, delle masse popolari in genere, con l’attacco quotidiano allo stato sociale alle tutele conquistate nel grande ciclo di lotte
del ’68-’77, ogni manifestazione di dissenso e contestazione al potere viene trasformato in problema di ordine pubblico. Quando sono realtà organizzate e coscienti ad organizzare il dissenso si utilizza lo spauracchio del “terrorismo” di matrice anarchica o comunista.
Nel lontano 1848 Marx scriveva nel Manifesto del Partito Comunista: “ Qual è quel partito d’opposizione che non sia stato tacciato di comunismo dai suoi avversari al potere, qual è quel partito d’opposizione che non abbia rilanciato l’accusa infamante di comunismo alle personalità più avanzate dell’opposizione o ai suoi avversari?”.
Quotidianamente il rais Berlusconi ma tutta l’area politica e culturale che fa capo a questo governo taccia di essere “comunisti” e “anarchici” chiunque esprima un seppur minimo dissenso verso il governo stesso. Anche nelle contraddizioni interne alla borghesia italiana o a poteri dello stato come la magistratura, che fa la sua parte in un ottica di divisioni di poteri all’interno della democrazia borghese, il premier attacca e accusa di comunismo e terrorismo.
Adesso i recenti fatti di Firenze e Genova, a cui si aggiunge l’altra grande operazione repressiva a Bologna dove anche qui i compagni e le compagne sono “accusati” di essere anarchici, ricordano ancora una volta che l’unico strumento che la borghesia utilizza contro i movimenti di opposizione è la repressione e la criminalizzazione per mezzo della propaganda mediatica, falsificando i fatti.
Gli ultimi fatti di Firenze, Genova e Bologna ci inducono a non dimenticare ciò che accadde 10 anni fa a Genova durante le giornate del g8 e ci convincono ancora di più che uno sforzo deve essere fatto da parte di tutte le realtà studentesche, antimperialiste, comuniste, anarchiche e di movimento per la costruzione di una mobilitazione di lotta per il decennale di Genova, che sia alternativa alla sfilata promossa dall’area riformista che fa capo ad Agnoletto e tutto l’ex Genova social forum e ai partiti della falsa sinistra parlamentare ed ex parlamentare che propongono la mera riproposizione del social forum del 2001 come passerella politica e la mera commemorazione, sotterrando di fatto le istanze di lotta di oggi per le quali ci battiamo quotidianamente.
Invitiamo tutti i compagni e le realtà di movimento ad esprimersi sul nostro appello relativo alla costruzione di una mobilitazione alternativa per il decennale del G8 di Genova (lo trovate scaricabile sul nostro in alto a destra) che già circola da qualche mese e che presenteremo e discuteremo pubblicamente nei prossimi giorni a Genova, Torino, Milano e Bergamo.
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