Dopo 13 anni da quel G8 di repressione e brutalità poliziesca e di Stato, gli ultimi due sbirri vengono arrestati. E' chiaro che non possiamo essere per nulla contenti delle pene inflitte su questi soggetti, non è questa la vera "giustizia": a fronte degli arresti stabiliti dopo dieci anni dalla mattanza ad una decina di militanti presi a caso con l'accusa di aver distrutto delle vetrine, questi poliziotti, di cui di ben altro che della distruzione di qualche vetrina sii tratta, vengono adesso arrestati con delle ridicole pene di appena un anno, e si parla per giunta di anni scontabili. Noi non festeggiamo per questa ingiustizia! Non è la giustizia borghese che può
vendicare le violenze, le minacce subite dai manifestanti presenti al G8
genovese del 2001, dai manifestanti che si trovavano all'interno della
scuola Diaz, dell'inquinamento delle "prove" (come ancora oggi succede
in Val Susa nei confronti del movimento NoTav, ad esempio), la
criminalizzazione del movimento, le perquisizioni con la chiusura del
caso con pochissimi mesi di domiciliari a testa. L'unica giustizia,
l'unica che può fermare e punire la repressione che le masse in lotta
provano sulla propria pelle è quella proletaria. Contro lo stato di
polizia che avanza verso il moderno fascismo, rispondere colpo su colpo!
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DAL
SECOLO XIX GENOVA
Genova - La notte della Diaz li ha inseguiti per quasi tredici anni,
terminando infine a San Silvestro. Perché il 31 dicembre, sono stati
arrestati gli ultimi due superpoliziotti finiti sott’accusa per
l’irruzione e l’introduzione di prove taroccate nella scuola dove dormivano i
noglobal, al termine del G8 2001 di Genova. Uno è Spartaco Mortola, volto
conosciutissimo nel capoluogo ligure, ex capo della Digos genovese poi
divenuto questore vicario di Torino, che dall’altroieri deve scontare otto
mesi di domiciliari nella propria abitazione.
L’altro è Giovanni Luperi, ex dirigente Ucigos nelle giornate della
guerriglia, quindi capo-analista dei servizi segreti e attualmente in
pensione: per lui, della condanna definitiva a quattro anni, ne resta
uno.
Il giorno precedente (pomeriggio del 30), l’arresto era scattato per
un altro big: Francesco Gratteri, numero tre della polizia italiana prima
della condanna, coordinatore d’indagini su attentati e latitanti. È ora
obbligato a un anno di domiciliari, potrà beneficiare come gli altri di
alcune ore (2 o 4) di libertà durante il giorno e usare il telefono.
I
poliziotti-detenuti potranno chiedere il riconoscimento della buona condotta, e
quindi rosicchiare qualche mese oltre a ciò che era stato spazzato dall’indulto
del 2006.