Continuano le provocazioni di blocco studentesco al Liceo Classico Umberto I di Palermo.
Gli studenti antifascisti impediscono un volantinaggio fascista.
La settimana scorsa i sedicenti “fascisti del terzo millennio” di blocco studentesco hanno provato ancora una volta a distribuire la loro schifosa propaganda al Liceo Classico Umberto I di Palermo.
Disgraziatamente per loro, anche stavolta il liceo classico Umberto I si è rivelata una scuola antifascista che non tollera certi individui che propugnano gli odiosi “ideali” del ventennio fascista e che considerano apertamente Mussolini un loro punto di riferimento; infatti mentre si stava svolgendo un volantinaggio antifascista e antirazzista, i fascisti del blocco studentesco hanno sfoggiato provocatoriamente i volantini con i loro infami simboli.
I camerati sono stati prontamente cacciati dagli antifascisti che materialmente gli hanno impedito di fare il volantinaggio.
Nei mesi precedenti i camerati di blocco studentesco hanno reso irrespirabile l’aria della scuola con la loro sporca presenza. Gli studenti della scuola hanno sempre risposto prontamente alle loro provocazioni cacciandoli più volte mentre facevano la loro infame propaganda fascista o quando hanno provato ad intervenire nelle assemblee d’istituto (vedi il post sul nostro blog a questo indirizzo : http://mailstore.rossoalice.alice.it/exchweb/bin/redir.asp?URL=http://redblock-it.blogspot.com/2010/04/cronologia-dei-fatti-giovedi-25-marzo.html ).
La loro schifosa presenza e le loro provocazioni hanno attirato sulla scuola gli interessi di agenti in borghese della digos rendendo il clima scolastico ancor più opprimente e simile ad una caserma, con gli studenti tenuti sotto controllo durante le assemblee d’istituto con tanto di servizio d’ordine alle porte.
Sempre la settimana scorsa è avvenuto un episodio simile nella Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo dove gli studenti hanno impedito banchetti elettorali fascisti di blocco studentesco e azione universitaria che da veri servi del potere hanno attirato anche li digos e polizia denunciando un compagno antifascista.
Ancora una volta i fascisti si dimostrano funzionali ad un modello di società irreggimentata, a loro tanto cara, e al servizio della riforma Gelmini che vorrebbe le nostre scuole e università più simili a “ordinate” caserme piuttosto che a luoghi di cultura.
Blocco studentesco e Casapound sono gli stessi che l’anno scorso durante la mobilitazione studentesca contro la Gelmini con cinghie e caschi hanno picchiato indistintamente studenti e studentesse adolescenti a Piazza Navona a Roma per poi ritirarsi protetti dalla polizia quando stavano rischiando grosso all’arrivo dei compagni antifascisti romani, sono gli stessi che a Napoli girano nelle facoltà armati di coltelli trovando copertura politica da esponenti del PdL e de La Destra ma che nonostante questo ricevono la risposta determinata del movimento antifascista napoletano che puntualmente li ricaccia nelle fogne.
Altro che rivoluzionari come dicono di essere, sono i primi servi del governo: vera e propria “giovinezza del potere”.
L’antifascismo è un valore inalienabile e non delegabile alle istituzioni che anzi proteggono e finanziano tali gruppuscoli neofascisti e neonazisti, l’antifascismo è un valore per il quale i migliori figli del nostro popolo, i partigiani, hanno dato la vita e versato il sangue per costruire una società migliore senza razzismo, ingiustizia sociale e sfruttamento.
Tocca ai giovani del 2010 proseguire il lavoro incompiuto nel 1945 e rispondere colpo su colpo allo stato di polizia e al moderno fascismo che si serve di questi sporchi individui.
Non permetteremo che anche a Palermo studenti medi vengano pestati a sangue da questi infami o che essi girino nelle nostre facoltà armati con lo scopo di intimidire, ogni volta che loro proveranno ad alzare la testa troveranno la ferma e determinata risposta degli antifascisti!
Red Block
Palermo 26/05/2010
giovedì 27 maggio 2010
lunedì 17 maggio 2010
Due giorni antifascista a Palermo
Bìt Scenika&COMPAGNIA TEATRALE INDIPENDENTE AttriceContropresentano
“MADAMA CIE”Rievocazioni estemporanee di una divisa scoppiata
Scritto, diretto, e interpretato da Alessandra Magrini
Monologo multimediale, “Madama CIE” è una mistura di brandelli scagliati dall’esplosione di una divisa da cui origina un simulacro tragicomico che segue un sentiero di rievocazioni estemporanee. Lady Oscar, Pinocchio, la Costituzione, Nelson Mandela, il CIE di Ponte Galeria, gli sbarchi a Lampedusa, sgorgano da una mente fuor di senno, proprio come accadde a molti giovani soldati di ritorno dal Vietnam negli anni ‘60 che non hanno retto il peso dell’orrore.Madama CIE non torna da così lontano, lei vive ed opera nell’Italia dei nostri giorni, quella degli operai arrampicati in cima alle fabbriche, delle aggressioni razziste, delle escort, delle ronde, dei precari senza un euro, dei viaggi disperati degli immigrati clandestini. A calcare le scene è un personaggio costruito dalla fantasia dell’autrice, ma i contenuti della narrazione sono frutto di una documentazione effettuata su reportage giornalistici, contatti con sindacalisti, volontari CIE, dossier e siti internet, fino ad interviste effettuate dalla stessa autrice ad immigrati clandestini.
Come in molti dei lavori della compagnia “AttriceContro” anche in questo c’è l’immancabile tributo al grande Gianmaria Volontè, i suoi personaggi perlopiù figli degli anni ‘70, trasportati ai giorni nostri si rivelano immortali, scolpiti nel tempo, sempre da tener presenti per penetrare a fondo la verità.
Si ringrazia in modo particolare per la collaborazione alla documentazione, Francesco Viviano (giornalista la Repubblica),Kurosh Danesh ( Coordinatore del Comitato Nazionale Immigrate/i CGIL),Francesca De Masi (cooperativa be free contro ogni discriminazione), csa Camilo Cienfuegos per il dossier “chi specula sulla paura”, il sito internet fortresseurope.blogspot.com anche per il prezioso materiale fotografico messo a disposizione.
Sinossi
Chi è Madama CIE? Una divisa, una di quelle più convinte, che ogni giorno difende lo stato con dedizione e fedeltà ma che si ritrova a dover obbedire agli ordini che si scontrano con la sua coscienza. Assistiamo ad una violenta lacerazione psichica di una divisa che si trova a dover risolvere l’equazione che pone la coscienza contrapposta al sistema militare fondato sull’obbedienza agli ordini.Fra ricordi d’infanzia, sindrome di Lady Oscar, e altre allucinazioni, la nostra madama ci mostrerà senza filtri e con cruenta verità cosa significa assolvere al compito della “sicurezza” in un mondo che le famiglie italiane conoscono solo attraverso i telegiornali.Il manganello ben inserito nel cinturone perderà la sua maneggevolezza proprio operando sul campo quando vivrà sulla propria pelle il significato delle barbarie contro esseri umani indifesi, come gli immigrati e come gli occhi di una bambina africana che si riveleranno la scintilla che provocherà lo strappo finale alle sue convinzioni.Le scenografie come il testo sono sempre diverse essendo un lavoro work in progress, che affrontando temi d’attualità si arricchisce di volta in volta di testimonianze nuove che a loro volta ne ridefiniscono anche l’ambientazione scenica.
“MADAMA CIE”Rievocazioni estemporanee di una divisa scoppiata
Scritto, diretto, e interpretato da Alessandra Magrini
Monologo multimediale, “Madama CIE” è una mistura di brandelli scagliati dall’esplosione di una divisa da cui origina un simulacro tragicomico che segue un sentiero di rievocazioni estemporanee. Lady Oscar, Pinocchio, la Costituzione, Nelson Mandela, il CIE di Ponte Galeria, gli sbarchi a Lampedusa, sgorgano da una mente fuor di senno, proprio come accadde a molti giovani soldati di ritorno dal Vietnam negli anni ‘60 che non hanno retto il peso dell’orrore.Madama CIE non torna da così lontano, lei vive ed opera nell’Italia dei nostri giorni, quella degli operai arrampicati in cima alle fabbriche, delle aggressioni razziste, delle escort, delle ronde, dei precari senza un euro, dei viaggi disperati degli immigrati clandestini. A calcare le scene è un personaggio costruito dalla fantasia dell’autrice, ma i contenuti della narrazione sono frutto di una documentazione effettuata su reportage giornalistici, contatti con sindacalisti, volontari CIE, dossier e siti internet, fino ad interviste effettuate dalla stessa autrice ad immigrati clandestini.
Come in molti dei lavori della compagnia “AttriceContro” anche in questo c’è l’immancabile tributo al grande Gianmaria Volontè, i suoi personaggi perlopiù figli degli anni ‘70, trasportati ai giorni nostri si rivelano immortali, scolpiti nel tempo, sempre da tener presenti per penetrare a fondo la verità.
Si ringrazia in modo particolare per la collaborazione alla documentazione, Francesco Viviano (giornalista la Repubblica),Kurosh Danesh ( Coordinatore del Comitato Nazionale Immigrate/i CGIL),Francesca De Masi (cooperativa be free contro ogni discriminazione), csa Camilo Cienfuegos per il dossier “chi specula sulla paura”, il sito internet fortresseurope.blogspot.com anche per il prezioso materiale fotografico messo a disposizione.
Sinossi
Chi è Madama CIE? Una divisa, una di quelle più convinte, che ogni giorno difende lo stato con dedizione e fedeltà ma che si ritrova a dover obbedire agli ordini che si scontrano con la sua coscienza. Assistiamo ad una violenta lacerazione psichica di una divisa che si trova a dover risolvere l’equazione che pone la coscienza contrapposta al sistema militare fondato sull’obbedienza agli ordini.Fra ricordi d’infanzia, sindrome di Lady Oscar, e altre allucinazioni, la nostra madama ci mostrerà senza filtri e con cruenta verità cosa significa assolvere al compito della “sicurezza” in un mondo che le famiglie italiane conoscono solo attraverso i telegiornali.Il manganello ben inserito nel cinturone perderà la sua maneggevolezza proprio operando sul campo quando vivrà sulla propria pelle il significato delle barbarie contro esseri umani indifesi, come gli immigrati e come gli occhi di una bambina africana che si riveleranno la scintilla che provocherà lo strappo finale alle sue convinzioni.Le scenografie come il testo sono sempre diverse essendo un lavoro work in progress, che affrontando temi d’attualità si arricchisce di volta in volta di testimonianze nuove che a loro volta ne ridefiniscono anche l’ambientazione scenica.
mercoledì 12 maggio 2010
CON I GIOVANI BERGAMASCHI...
MERCOLEDI 13 MAGGIO ORE 12:00 PRESIDIO DAVANTI IL TRIBUNALE DI BERGAMO (VIA BORFURO)
IN SOLIDARIETA' AI GIOVANI ANTIFASCISTI SOTTO PROCESSO PER AVER PRESO PARTE ALLA MOBILITAZIONE ANTIFASCISTA IL 28 FEBBRAIO 2009 PER CONTESTARE L'APERTURA DI UN NUOVO COVO NAZIFASCISTA DI FORZA NUOVA A BERGAMO.
L'ANTIFASCISMO NON SI PROCESSA!
SOLIDARIETA' MILITANTE AI COMPAGNI COLPITI DALLA REPRESSIONE!
IN SOLIDARIETA' AI GIOVANI ANTIFASCISTI SOTTO PROCESSO PER AVER PRESO PARTE ALLA MOBILITAZIONE ANTIFASCISTA IL 28 FEBBRAIO 2009 PER CONTESTARE L'APERTURA DI UN NUOVO COVO NAZIFASCISTA DI FORZA NUOVA A BERGAMO.
L'ANTIFASCISMO NON SI PROCESSA!
SOLIDARIETA' MILITANTE AI COMPAGNI COLPITI DALLA REPRESSIONE!
venerdì 7 maggio 2010
Sulla grande manifestazione del 5 maggio e la morte di tre bancari.
Rigiriamo dal KOE (organizzazione comunista di Grecia):
l'Organizzazione Comunista di Grecia (KOE) condanna il governo FMI/UE
per la sua politica di annientamento della società e l’orgia repressiva
scatenata contro il popolo. La morte dei tre impiegati di banca causata
da azioni pienamente deprecabili provoca dolore e rabbia, che si
aggiunge al risentimento provato dall’intera società contro il governo
del collaborazionista Papandreou.
Cinicamente, questo governo col supporto dei maggiori media che ci
ricordano la TV dei tempi della dittatura, ha l’impudenza di addossare
la responsabilità della morte dei tre impiegati alle centinaia di
migliaia di manifestanti, al movimento di massa e più concretamente alla
sinistra. È lo stesso Papandreou che ha innescato la tensione e la
violenza con le misure adottate dal suo governo. Non importa quante
scuse inventeranno in Parlamento, quanti appelli al consenso sociale
faranno, Papandreou resterà nella storia come l’aspirante becchino del
popolo greco.
Atene e tutto il paese hanno dato vita alle più grandi manifestazioni
degli ultimi 30 anni, con mezzo milione in corteo per 6 ore nella sola
Atene. Il popolo esige che Papandreou e quei parlamentari che vogliono
votare a favore della trasformazione della società in una discarica di
rifiuti umani rispondano dei loro crimini. Quelli che hanno consegnato
il paese e il popolo alle iene del capitale e dei mercati, quelli che
cercano di condannare i lavoratori e i giovani allo sterminio, ne
risponderanno al popolo.
La polizia ha attaccato brutalmente le più grandi manifestazioni degli
ultimi 30 anni, trasformando Atene in un’ enorme camera a gas, ha
attaccato brutalmente anche i cortei di Salonicco e Patrasso. Il
Ministero della Repressione risponderà di questo!
Riteniamo responsabile anche il proprietario della Marfin Bank, il
“salvatore della patria” che nessuno ha richiesto, che ha obbligato i
suoi impiegati a restare dentro la filiale nonostante sapesse del
pericolo imminente. Ovviamente, per il capitale la vita umana vale meno
dei profitti quotidiani di una filiale di banca.
Il tentativo coordinato di governo, opposizione di destra ed estrema
destra di sfruttare la morte dei tre impiegati per fermare la piena
della protesta popolare non resterà senza risposta. La rabbia e
disperazione esistenti nella società manderanno all’inferno Papandreou e
i parlamentari che voteranno a favore dell’annientamento del popolo greco.
Atene , 5 Maggio 2010
Organizzazione Comunista di Grecia, KOE
l'Organizzazione Comunista di Grecia (KOE) condanna il governo FMI/UE
per la sua politica di annientamento della società e l’orgia repressiva
scatenata contro il popolo. La morte dei tre impiegati di banca causata
da azioni pienamente deprecabili provoca dolore e rabbia, che si
aggiunge al risentimento provato dall’intera società contro il governo
del collaborazionista Papandreou.
Cinicamente, questo governo col supporto dei maggiori media che ci
ricordano la TV dei tempi della dittatura, ha l’impudenza di addossare
la responsabilità della morte dei tre impiegati alle centinaia di
migliaia di manifestanti, al movimento di massa e più concretamente alla
sinistra. È lo stesso Papandreou che ha innescato la tensione e la
violenza con le misure adottate dal suo governo. Non importa quante
scuse inventeranno in Parlamento, quanti appelli al consenso sociale
faranno, Papandreou resterà nella storia come l’aspirante becchino del
popolo greco.
Atene e tutto il paese hanno dato vita alle più grandi manifestazioni
degli ultimi 30 anni, con mezzo milione in corteo per 6 ore nella sola
Atene. Il popolo esige che Papandreou e quei parlamentari che vogliono
votare a favore della trasformazione della società in una discarica di
rifiuti umani rispondano dei loro crimini. Quelli che hanno consegnato
il paese e il popolo alle iene del capitale e dei mercati, quelli che
cercano di condannare i lavoratori e i giovani allo sterminio, ne
risponderanno al popolo.
La polizia ha attaccato brutalmente le più grandi manifestazioni degli
ultimi 30 anni, trasformando Atene in un’ enorme camera a gas, ha
attaccato brutalmente anche i cortei di Salonicco e Patrasso. Il
Ministero della Repressione risponderà di questo!
Riteniamo responsabile anche il proprietario della Marfin Bank, il
“salvatore della patria” che nessuno ha richiesto, che ha obbligato i
suoi impiegati a restare dentro la filiale nonostante sapesse del
pericolo imminente. Ovviamente, per il capitale la vita umana vale meno
dei profitti quotidiani di una filiale di banca.
Il tentativo coordinato di governo, opposizione di destra ed estrema
destra di sfruttare la morte dei tre impiegati per fermare la piena
della protesta popolare non resterà senza risposta. La rabbia e
disperazione esistenti nella società manderanno all’inferno Papandreou e
i parlamentari che voteranno a favore dell’annientamento del popolo greco.
Atene , 5 Maggio 2010
Organizzazione Comunista di Grecia, KOE
sulla morte dei tre impiegati Greci.
Ovviamente i governi borghesi per mezzo dei mass media cercano di etichettare i ribelli greci (giovani, lavoratori, comunisti e anarchici) come assassini con lo scopo di distruggere il consenso popolare ormai diffuso per le mobilitazioni contro il governo affamatore greco.
Queste infami manovre ormai si conoscono fin troppo bene e chiunque è a conoscenza dei fatti sa per certo che i veri assassini dei tre impiegati sono i politici in parlamento e in primis Papandreu.
Per dovere di cronaca riportiamo a seguito una dichiarazione di un altro impiegato della Marfin Bank che dimostra effettivamente che i veri assassini sono i padroni:
“Mi sento in dovere, nei confronti dei miei colleghi oggi ingiustamente morti, di comunicare alcune obbiettive verità. Sto facendo pervenire questo messaggio a tutte le agenzie di stampa. Chiunque abbia ancora un po' di coscienza dovrebbe renderlo pubblico. I restanti possono continuare a fare il gioco del governo.
I vigili del fuoco non hanno mai rilasciato una licenza all'edificio in questione. L'approvazione per la sua operatività è avvenuta sottobanco, come avviene praticamente per tutti gli esercizi commerciali e le ditte in Grecia.
L'edificio in questione non è in possesso di alcun dispositivo di sicurezza, né installato né pianificato, non ci sono irrigatori dal soffitto, uscite di emergenza o idranti. Ci sono solo alcuni estintori portatili che, di certo, non sono in grado di contenere l'incendio di un edificio con standard di sicurezza obsoleti.
Nessuna filiale della Marfin Bank ha dipendenti addestrati a gestire un incendio, nemmeno all'uso corretto dei pochi estintori di cui siamo in possesso. I manager usano come pretesto il costo elevato di tali addestramenti per non attuare le misure basilari per la protezione dei propri dipendenti.
Non c'è mai stata un'esercitazione di evacuazione dell'edificio, né una dimostrazione dei vigili del fuoco per istruire lo staff su come reagire a simili situazioni. Le uniche forme di addestramento attuate alla Marfin Bank hanno riguardato l'evacuazione dei “pezzi grossi” dai propri uffici in caso di attacchi terroristici.
L'edificio in questione, nonostante la vulnerabilità della conformazione e dei materiali, dai pavimenti ai soffitti, non è dotato di rifugi antincendio. Materiali altamente infiammabili come carta, plastica, cavi, mobilio. L'edificio è obbiettivamente costruito in modo inadatto ad ospitare una banca.
Nessun membro della sicurezza interna è a conoscenza di tecniche di primo soccorso o antincendio, nonostante siano incaricati della gestione della sicurezza dell'edificio. Gli impiegati della banca devono improvvisarsi addetti alla sicurezza o pompieri in base agli umori di Mr. Vgenopoulos [proprietario di Marfin Bank].
I dirigenti della banca hanno proibito ai dipendenti di abbandonare il lavoro, sebbene questi lo avessero chiesto dalle prime ore della mattina. I dirigenti intimavano di chiudere gli accessi e confermavano, via telefono, che l'edificio doveva restare chiuso [con i dipendenti dentro], arrivando anche a bloccare gli accessi internet per evitare che i dipendenti potessero comunicare con l'esterno.
Da giorni oramai è in atto la volontà di ricattare i dipendenti della banca riguardo le mobilitazioni di questi giorni, con l'offerta verbale “o resti a lavorare o sei licenziato”.
I due poliziotti in borghese, stanziati regolarmente per la prevenzione delle rapine, oggi non si sono presentati presso la filiale, nonostante la direzione avesse rassicurato i dipendenti del contrario.
Infine signori [della banca], fate la vostra autocritica e smettetela di fingere di essere scioccati. Siete responsabili per quanto accaduto, e in un qualunque stato di diritto (come quelli che usate di volta in volta come esempi chiave negli show televisivi) verreste arrestati per le vostre scelte sopracitate. Oggi i miei colleghi hanno perso la vita per malizia: la malizia di Marfin Bank e di Mr.Vgenopoulos in persona, che ha esplicitamente dichiarato che chi non si fosse presentato a lavoro [nel giorno dello sciopero generale del 5 maggio] avrebbe potuto restare a casa anche quelli successivi perché licenziato.
Un impiegato di Marfin Bank"
Queste infami manovre ormai si conoscono fin troppo bene e chiunque è a conoscenza dei fatti sa per certo che i veri assassini dei tre impiegati sono i politici in parlamento e in primis Papandreu.
Per dovere di cronaca riportiamo a seguito una dichiarazione di un altro impiegato della Marfin Bank che dimostra effettivamente che i veri assassini sono i padroni:
“Mi sento in dovere, nei confronti dei miei colleghi oggi ingiustamente morti, di comunicare alcune obbiettive verità. Sto facendo pervenire questo messaggio a tutte le agenzie di stampa. Chiunque abbia ancora un po' di coscienza dovrebbe renderlo pubblico. I restanti possono continuare a fare il gioco del governo.
I vigili del fuoco non hanno mai rilasciato una licenza all'edificio in questione. L'approvazione per la sua operatività è avvenuta sottobanco, come avviene praticamente per tutti gli esercizi commerciali e le ditte in Grecia.
L'edificio in questione non è in possesso di alcun dispositivo di sicurezza, né installato né pianificato, non ci sono irrigatori dal soffitto, uscite di emergenza o idranti. Ci sono solo alcuni estintori portatili che, di certo, non sono in grado di contenere l'incendio di un edificio con standard di sicurezza obsoleti.
Nessuna filiale della Marfin Bank ha dipendenti addestrati a gestire un incendio, nemmeno all'uso corretto dei pochi estintori di cui siamo in possesso. I manager usano come pretesto il costo elevato di tali addestramenti per non attuare le misure basilari per la protezione dei propri dipendenti.
Non c'è mai stata un'esercitazione di evacuazione dell'edificio, né una dimostrazione dei vigili del fuoco per istruire lo staff su come reagire a simili situazioni. Le uniche forme di addestramento attuate alla Marfin Bank hanno riguardato l'evacuazione dei “pezzi grossi” dai propri uffici in caso di attacchi terroristici.
L'edificio in questione, nonostante la vulnerabilità della conformazione e dei materiali, dai pavimenti ai soffitti, non è dotato di rifugi antincendio. Materiali altamente infiammabili come carta, plastica, cavi, mobilio. L'edificio è obbiettivamente costruito in modo inadatto ad ospitare una banca.
Nessun membro della sicurezza interna è a conoscenza di tecniche di primo soccorso o antincendio, nonostante siano incaricati della gestione della sicurezza dell'edificio. Gli impiegati della banca devono improvvisarsi addetti alla sicurezza o pompieri in base agli umori di Mr. Vgenopoulos [proprietario di Marfin Bank].
I dirigenti della banca hanno proibito ai dipendenti di abbandonare il lavoro, sebbene questi lo avessero chiesto dalle prime ore della mattina. I dirigenti intimavano di chiudere gli accessi e confermavano, via telefono, che l'edificio doveva restare chiuso [con i dipendenti dentro], arrivando anche a bloccare gli accessi internet per evitare che i dipendenti potessero comunicare con l'esterno.
Da giorni oramai è in atto la volontà di ricattare i dipendenti della banca riguardo le mobilitazioni di questi giorni, con l'offerta verbale “o resti a lavorare o sei licenziato”.
I due poliziotti in borghese, stanziati regolarmente per la prevenzione delle rapine, oggi non si sono presentati presso la filiale, nonostante la direzione avesse rassicurato i dipendenti del contrario.
Infine signori [della banca], fate la vostra autocritica e smettetela di fingere di essere scioccati. Siete responsabili per quanto accaduto, e in un qualunque stato di diritto (come quelli che usate di volta in volta come esempi chiave negli show televisivi) verreste arrestati per le vostre scelte sopracitate. Oggi i miei colleghi hanno perso la vita per malizia: la malizia di Marfin Bank e di Mr.Vgenopoulos in persona, che ha esplicitamente dichiarato che chi non si fosse presentato a lavoro [nel giorno dello sciopero generale del 5 maggio] avrebbe potuto restare a casa anche quelli successivi perché licenziato.
Un impiegato di Marfin Bank"
mercoledì 5 maggio 2010
Ecco....
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